
RUMORE E FURORE SENZA AMORE. “MACBETH” - Teatro Sollima, 5 Giugno 2015, ore 21,30 -T.A.M.- regia di Massimo Pastore
La stragrande maggioranza dei pensieri umani coinvolge uno stato mentale alacremente e puntualmente mentitore. Ogni emozione giunge alla superficie consapevole ed è pervasa di sentimenti che fanno riferimento ai due momenti principali dell’inconscia riflessione umana: “Fear” and “Love” – “Paura” e “Amore”.
Ciò che rappresenta il substrato comportamentale di ogni Essere umano è scandito da eoni di vibrazioni che definiscono e sostengono la percezione sinaptica di bene e di male.
Macbeth, scritto da Shakespeare intorno al 1605, è la storia di un’emozione di paura che coinvolge e condiziona la vita di un debole, giustificando un sentimento d’amore furioso e colmo, fino all’esasperazione, di rumori mentali. Il periodo di guerra in cui l’autore pone il dramma è un presente continuo; e lo è anche questo nostro presente, annegato nell’insipienza, nel disamore del Sé, nell’arbitrarietà delle congetture mentali che disconoscono la quiete, unico stato prodromo di un’efficace consapevolezza e felicità.
Il sogno che diviene incubo appartiene all’uomo, ed è la maligna fatalità di tre streghe demoniache che spingono a realizzarlo: "Il dominio delle tenebre della notte, il sangue, la violenza". Tutto concorre a far sì che la vita di Macbeth venga regolata dal delitto e dalla morte: suggestione di potere suggerita dall’orrore angosciato di un amore muliebre incantato e folle fino al suicidio. La sete di potere che coinvolge i protagonisti si stempererà nell’ovvia e naturale conclusione ereditaria di un titolo regale che non può che appartenere a chi lo merita per discendenza e per tenera illusione di dominio. Malcom sarà infine re, dopo aver ucciso Macbeth, ma non erediterà la Terra, ché quella è dei miti.
L’INTERVISTA:
S.G. – Chiediamo a Massimo Pastore, deus ex machina del Teatro Abusivo Marsala e regista dell’atto unico continuo, programmato al Sollima per il prossimo 5 Giugno, cosa lo ha spinto a scegliere questa classica piéce shakesperiana.
M.P. – E’ chiaro che il dramma shakesperiano ha una sua collocazione storica, ma il momento in cui si svolge e si dipana, può senz’altro essere accostato ad ogni tempo e ad ogni sentire. L’uomo ha una innata capacità di ricreare il dolore perpetuandolo ciclicamente per giustificare il proprio stato sociale ed emotivo. I propri insuccessi, i propri dolori, la propria morte, infine. Dunque, Machbet è modernissimo.
S.G. – Allora, la foresta di Birman è questo nostro presente, e i guerrieri siamo noi nascosti tra le fronde per combattere e uccidere un usurpatore?
M.P. – Beh, è chiaro che ognuno, può vedere e sentire dentro di se un’emozione, diciamo così, moderna, in relazione a quello che il dramma racconta. E’ importante comprendere che l’incapacità di donare amore incondizionato, e la tensione verso il dominio di altre menti attraverso atti intimidatori, maldicenze, induzioni a delinquere, è uno stato di follia che non conduce a nulla. La follia di Lady Macbeth, mascherata dall’amore e dal desiderio che il marito aquisisse il potere, è la chiara immagine di chi, purtroppo anche tra i giovani d’oggi, immagina la conquista del proprio futuro attraverso azioni dettate dall’odio, dalla perversione, dalla follia, mascherandola con intenzioni di coinvolgimento falsamente amichevole. Solo il mondo dell’arte può rendersi testimone di proporzionate e misurate azioni che volgono al proprio sogno in modo onesto e rispettoso degli altri. Chi non ci riesce non può ritenersi artista, ma solo mascherato d’arte.
S.G. – Comprendo. Ma ora, passiamo ai tuoi ragazzi del T.A.M. Parlami un po’ di loro.
M.P. – Sono tutti splendidi. Ragazze e ragazzi. Ho trovato in loro quella capacità di sostenersi a vicenda che è amore, affetto, modalità di convivenza equilibrata. Ora, siamo un gruppo decisamente coeso e pronto a far rimbalzare ogni pensiero negativo. Siamo una “compagnia” e i nostri rapporti sono rispettosi dei ruoli, ma anche coscienti di una dinamica che è di ricerca comune e di collaborazione per la risoluzione di ogni problema. La nostra relazione è un momento di crescita per tutti noi, indipendentemente dalle età e dai ruoli che copriamo. Cresciamo tutti insieme. E perché no, viviamo un sentimento di divertito interesse per questo nostro lavoro che è la passione delle nostre vite.
S.G. – Direi che i risultati lo provano… Ringraziamo Massimo Pastore e vi invitiamo a mostrare amore e partecipazione per questo nostro gruppo di attori e per questo loro ultimo lavoro teatrale; nostro gruppo perché le emozioni di cui, fin qui, ci hanno reso partecipi attraverso i loro impegni artistici, ci hanno così coinvolto da divenire, loro tutti, per noi, parte attiva di questa città e comprimari delle nostre vite di curiosi spettatori di una realtà comune; quella realtà che la lontana, ma attuale Lady Machbet, travisò e confuse con l’amore, noi possiamo interpretarla con partecipazione contro il rumore e il furore cieco che ci circonda.
“MACBETH” – Teatro Sollima, 5 Giugno ore 21,30 – Teatro Abusivo Marsala con:
Giuseppe Pantaleo (Macbeth) – Marta Marino (Lady Macbeth) – Giovanni Lamia (Banquo) – Giorgia Amato (Ecate/Lady Macduff) – Alessia Angileri (Portiere) – Manuela La Torre (Strega) – Mariella Monteleone (Strega) – Sofia Del Puglia (Strega) – Alberto Marciante (Donalbain) – Ciccio Genna (Angus) – Nino Rallo (Duncan) – Luca Ingrassia (Macduff) – Giovanni Sciacca (Malcom) – Davide Pastore (Lennox) – Gaspare Grimaudo (Fleance) – Maria Rosa Giacalone (Dama) – Federica Rallo (Dama) – Ayouba Dabre (Seyton). E con Sara Marino (Bambina)
Assistente alla regia: Simona Linares – Regia: Massimo Pastore